Open Source: il modello economico
A prima vista si potrebbe non capire come le regole dell’Open Source possano portare un vantaggio a chi crea un software, ed è facile chiedersi se un prodotto gratuito non sia un qualcosa di poco valore.
Per comprendere il paradigma dell’Open Source bisogna allontanarsi dal vecchio stereotipo del mercato del tradizionale.
Chi produce un prodotto Open, se si tratta di un prodotto ben fatto e di interesse, potrà garantirsi il supporto della comunità delle persone che sono interessate a tale prodotto. Da questa comunità si riceve sempre un feedback in termini di consigli, richieste di modifiche e di aiuto per l’installazione e l’uso del software. Il primo gruppo di interazioni migliora il prodotto, il secondo le finanze, dato che tali società spesso guadagnano proprio svolgendo attività di consulenza.
Inoltre nelle comunità di internet spesso sono presenti anche sviluppatori interessati a quel determinato prodotto, sviluppatori che saranno ben lieti di contribuire allo sviluppo del software. Succede così che una, magari piccola, società informatica si trova a disposizione un intero team di programmatori professionisti che migliorano il prodotto per lei. A tal proposito: solo il team che si occupa del nucleo centrale del software che noi vi proponiamo si compone di oltre 20 programmatori professionisti, lasciamo a voi il calcolo di quanto costerebbe un solo mese di un siffatto team…
Chi ha sviluppato il prodotto originariamente mantiene comunque, nei confronti di quanti altri lo usano, un vantaggio competitivo dato proprio dall’essere l’ideatore del software, e più il software si diffonde grazie alla sua efficacia ed alla sua gratuità più l’ideatore raccoglie consensi e richieste, più il prodotto viene migliorato.
Si viene così a creare il circolo virtuoso dell’Open Source che spiega il successo di questa “rivoluzione”.